martedì 21 febbraio 2012

«Guardie giurate: stipendi pagati in ritardo e mancanza di trasparenza»

Il sindacato Unal rinnova le critiche contro la società di vigilanza Aquila


Il sindacato punta l’indice contro la Prefettura, la Questura di Pescara, l’ispettorato del Lavoro, da tempo informate sulla situazione ma immobili. «L’ennesimo comunicato è stato protocollato il 3/2/2012», dice il sindacato.
Alla base del malcontento, lamenta il segretario provinciale Antonio Di Blasio, ci sarebbero «i costanti ritardi (10 giorni) nelle retribuzioni, il mancato pagamento per una parte di lavoratori dei contributi destinati al fondo di previdenza complementare del settore di appartenenza (contributi non versati dal 2007 ad oggi), assenza di trasparenza ed imparzialità nell’assegnazione di turni e servizi dei lavoratori, arretrati di pagamento relativi alla pausa mensa mai goduta e retribuita solo da gennaio 2011. Il mancato rilascio insieme al cedolino paga della ricevuta attestante il mandato di pagamento».
La denuncia di Di Blasio va avanti da tempo tanto che la società di vigilanza Aquila intervenne chiarendo che «quel sindacato non era firmatario del Contratto collettivo di lavoro di categoria, né tanto meno del Cip, pertanto L’Aquila srl non era tenuta a trattarvi».
Anche l’Ugl prese le distanze da quanto dichiarato da Di Blasio.«Gli stipendi vengono erogati in maniera costante una volta al mese», spiegava Fabio Urbini, «non essendo definita dal C.C.N.L. una data specifica; non ci risulta che l’istituto sia negligente sul versamento dei contributi relativi alla previdenza complementare; il piano ferie viene concordato regolarmente e annualmente con le organizzazioni sindacali firmatarie di contratto e che sono riconosciute e presenti all’interno del settore della Vigilanza Privata; le turnazioni di servizio vengono effettuate in maniera regolare secondo quelli che sono i parametri che l’istituto utilizza e in base alle richieste che i clienti stessi fanno, e comunque in nessun modo la gestione operativa può essere intralciata dalle O.S. che per ovvi motivi ne devono restare al di fuori».
Nel frattempo sono passati mesi ma la posizione dell’Unal è immutata nonostante le polemiche del passato.